venerdì 12 agosto 2011

La Gara

Mi piace spiarti, lo sai
mentre ti prendi cura di me
assicurandoti che sia tutto in ordine,
sussurrando a entrambi amabili frasi
stringendo qua e là una fibbia
immersa in chissà quali pensieri che ti sistemano gli stivali...
Ti ammicco mentre tu ammicchi
coi tuoi bei lineamenti tirati,
il nero copricapo sopra le candide ciocche,
poco prima di salire in groppa,
in quell'istante eterno,
imbrigliato anche lui negli occhi di zaffiro.
Quanta forza nel sentirti lì con me
percepire la vita indaffarata nelle tue mani,
nel saldo abbraccio delle gambe,
in quel gioco di stimoli tutto nostro.
Il mio petto si solleva alla consapevolezza
che ti consegnerei il mondo se tu me lo chiedessi.
Una voce distorta ti fa sussultare;
l'ho sentita anch'io.
Con la coda dell'occho ravviso appena le tue labbra
riassunte comicamente in una linea.
Ci facciamo compagnia in uno sbuffo
più esauriente di cento parole.
Oh, mia complice,
se tu solo sapessi che
per quanto io mi affanni
la cosa che curerà tutte le mie ferite
che abbatte le paure come un ariete
spinge con l'impeto di mille cuori
rilassa i muscoli in lieto riposo,
il pensiero che mi conforta nella fatica,
il mio unico, intimo e impronunciabile desiderio
è quella carezza sul collo
dolce come il tuo profumo quando sei tesa
tenue come è alla fine il suono del tuo respiro
che riempie e rovescia e infrange il cuore
e che mi fa essere fiero di renderti fiera di me.
 Quando non sarai più parte di me
ritaglierò dal tuo ricordo
tante piccole stelline, e allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte.

W. Shakespeare